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Immagine del redattoreDiana Alliata

Elegia della didattica a distanza

Aggiornamento: 9 gen 2021

ovvero Non tutto il male viene per nuocere

di Diana Alliata.

estratto da Dinamica La rivista n. 13, visibile sul sito www.dinamicataichi.it


Ho gli occhi stanchi, questo è vero. Tutte queste ore dietro lo schermo mi affaticano.

A volte ho la testa pesante e ho bisogno di alzarmi, di muovermi. Però come insegnante e come allieva ho trovato anche lati positivi in questo ritiro forzato. Ho scoperto di avere la sindrome della capanna, e di trovarmi tanto bene nel mio nido. Però le relazioni mi sono vitali così come lo è il lavoro. Così mi sono attrezzata subito e, per chi ha voluto, ho continuato a fare lezioni online. E mi sono anche divertita. Nel mio spazio, al mio ritmo e con i miei tempi.

La tecnologia è affascinante, ci sono sempre cose nuove da imparare. Con un pizzico di curiosità, una mente aperta e pronta, si può fare tanto. E non solo nel campo della tecnologia. Sullo schermo si notano dettagli, si possono fermare e rivedere movimenti, viene tutto rimesso in gioco, per passare dalla carta al digitale, e quindi viene tutto revisionato e modificato.


Come allieva di Tai Chi, grazie al Gran Maestro Yang Jun e alla sua compagna Covid-19, ho potuto vedere maestri di tutto il mondo muoversi e spiegare, in modo diverso, movimenti che faccio da sempre. E, con grande entusiasmo, ho trovato piccoli cambiamenti, piccole cose da aggiungere al mio bagaglio, che fino a quel momento non avevo ben interiorizzato. Ho potuto sperimentare piccole sequenze e focalizzarmi sui dettagli grazie alla mia maestra Anna, e andare così sempre più a fondo in questa arte.

Nulla di nuovo, ma è come se la telecamera avesse focalizzato un dettaglio, un particolare che mi era sfuggito. Ho potuto così approfondiree arricchire la mia esperienza.


Come insegnante ho riprogrammato le mie lezioni di inglese per renderle fruibili online, cambiando le carte in immagini, per esempio, le schede indocumenti di PowerPoint esperimentando nuovi modi, nuove tecniche, utilizzando la telecamera accesa, spenta, il muto o il suono. Dando ai ragazzi il controllo dello schermo che diventa una lavagna sulla quale scrivere e interagire. Ho anche avuto accesso a un’infinità di risorse che le case editrici inglesi hanno gentilmente messo a disposizione per aiutare gli insegnanti in questo periodo difficile.

Inoltre, stando a casa ho avuto la possibilità di seguire seminari, e anche qui ho avuto spesso contatto con degli insegnanti straordinari, che hanno trasmesso attraverso lo schermo la loro carica e la loro conoscenza.

Sì, perché attraverso uno schermo si riesce a trasmettere e a creare un piccolo legame.


Si può trasformare uno spettacolo teatrale in un film, scoprendo la possibilità di provare e riprovare, sedimentare, perfezionare i dettagli e assemblare il tutto in un gesto creativo, di una soddisfazione unica.


La didattica a distanza ti lascia lo spazio per pensare, per riflettere, per organizzare pensieri, azioni e movimenti. La telecamera protegge dall’immediatezza e lascia il tempo alla riflessione, lascia il tempo al replay, alla visualizzazione dei dettagli e anche spazio alla creatività nella ricerca di nuovi modi per entrare in contatto, per inviare e per ricevere messaggi e informazioni, in un mondo che è sicuramente digitale, ma non necessariamente superficiale né scondito di emozioni.


articolo pubbblicato su Dinamica La RivistaN. 13 - Giugno 2020 EVENTI E RECENSIONI

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